Nazionale italiana femminile: intervista con Matilde Fantin. “Partita da Como sono arrivata negli USA, ora voglio lasciare un messaggio alle Olimpiadi”
C’è una rincorsa speciale nella Nazionale italiana femminile che sta preparando le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026: è quella di Matilde Fantin, talentuosa attaccante che punta ad essere tra le protagoniste a cinque cerchi diventando così la prima comasca D.O.C. a riuscirci. A breve, il prossimo Capodanno, festeggerà 19 anni e dopo i grandi risultati raggiunti sin qui la partecipazione olimpica sarebbe l’ennesimo traguardo centrato da un’atleta che ha tutto per diventare una delle leader della Nazionale di domani.
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Matilde Fantin è una figlia d’arte, visto che papà Damiano ha giocato in Nazionale giovanile e nel Como a inizio anni ‘90, entrando negli annali dell’hockey per un particolare motivo: durante la stagione 1992/93 contro il Courmaosta segnò di testa, deviando in porta un rebound finitogli direttamente sul caschetto. È stato lui ad accompagnare per le prime pattinate Matilde sul ghiaccio di Casate, il quartiere di Como dove c’è la pista e dove l’attaccante azzurra è cresciuta. Il presente di Matilde Fantin si divide in due. C’è la passione per la maglia della Nazionale, con la quale ha esordito a 15 anni nell’Under 18 facendosi subito trovare prontissima (3 punti in 4 partite nel 2022) quindi ancora minorenne, nel 2023, il primo Mondiale senior con 5 match disputati e subito un gol. Normale pensare a un’evoluzione totale, così a Dumfries la scorsa primavera con 10 punti in 5 partite (5+5) si è presa il titolo di miglior attaccante del torneo e miglior giocatrice delle azzurre promosse di categoria. Il secondo lato di Matilde è negli Stati Uniti d’America: in estate infatti si è guadagnata una borsa di studio alla Penn State University, e con le Nittany Lions sin qui viaggia alla media di quasi un punto (16, 7+9) a partita (18). Adesso però è tempo di Nazionale, con un sogno olimpico da portare fino in fondo.
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DAGLI INIZI VICINO CASA AGLI STATI UNITI – La storia di Matilde Fantin inizia nel quartiere di Casate e, quasi di conseguenza, sul ghiaccio: “Ho iniziato a pattinare a 3 anni, vista la carriera sportiva di papà consideriamo il ghiaccio un elemento di famiglia. Abitando vicino all’impianto di Como il sabato andavo sempre in pista con lui che mi ha dato i primi insegnamenti. Ricordo quei momenti come estremamente naturali e piacevoli, papà Damiano ha sempre scelto le parole giuste per motivarmi e aiutarmi”. Dopo l’ovvio inizio con il Como, per Matilde arriva prestissimo la chiamata della Svizzera con il passaggio a Lugano nel 2020, a 13 anni: “Ho giocato cinque stagioni in Svizzera dividendomi tra Lugano e Ambrì e ritengo questo passaggio molto importante per la mia crescita, sia a livello tecnico che umano. All’inizio giocavo insieme ai maschi a livello giovanile, e questo è stato molto formativo, mentre tutti i cambiamenti legati ad esempio alla scuola o alle amicizie sono serviti per crescere come persona”. A suon di risultati l’azzurra si guadagna la possiibilità di trasferirsi negli Stati Uniti d’America per studiare e giocare a Penn State University: “Sono partita ad agosto e sto vivendo tutto come una grande emozione. Il campionato universitario è molto competitivo, credo sia perfetto per me. Ci sono gli impegni con la Nazionale, certo, ma dopo i quattro anni di College vorrei provare a rimanere in Nord America e magari cercare di trovare un posto in un torneo professionistico”.
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UNA MVP AZZURRA LANCIA I GIOCHI – Riconosciuta come migliore giocatrice dell’ultimo Mondiale vinto dalla Nazionale italiana, Matilde guarda all’intero lavoro fatto dal gruppo: “Bello il premio, ma l’importante è stato vincere e chiudere con successo un percorso di tre anni che ci ha portato alla salita di categoria. Così potremo sfidare squadre più competitive a partire dal prossimo Mondiale, ma soprattutto abbiamo guadagnato tanta fiducia e credibilità in noi stesse. Questa Italia sarà pronta alle Olimpiadi”. Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 che rappresentano per Matilde Fantin: “Un sogno. Già l’idea di poterci partecipare mette i brividi, in più avere la possibilità di farlo vicino a casa di fronte ai parenti, agli amici e tutte le persone che mi vogliono bene è incredibile. Al contempo questa è una responsabilità e dovremo essere pronte a livello mentale, ma sono convinta che la nostra Nazionale saprà far capire quanto sia cresciuto il movimento femminile in Italia. Vogliamo lasciare un segnale chiaro: l’hockey su ghiaccio non è uno sport riservato ai maschi, tante ragazze italiane possono scoprirlo, giocare e divertirsi come ho fatto e sto facendo io”.











