Intervista con Jukka Jalonen, head coach della Nazionale italiana maschile: “Ci attendono sfide dure, con pazienza cresciamo un passo alla volta. Ecco su cosa punterò per Olimpiadi e Mondiali”

Uno degli allenatori più vincenti della storia dell’hockey mondiale in questi giorni è ad Egna per seguire da vicino i raduni delle Nazionali giovanili e avere tutta una serie di meeting con i vari staff tecnici: Jukka Jalonen, head coach della Nazionale italiana maschile, è pronto a vivere una stagione importantissima per lui e per gli azzurri attesi dall’Olimpiade Invernale di Milano-Cortina 2026 e dal ritorno in Mondiale Top Division, guadagnato con la promozione dello scorso aprile.

Il 62enne finlandese, campione olimpico in carica dopo il titolo vinto con la Finlandia a Pechino 2022 e che può contare in carriera tre titoli iridati sempre alla guida della formazione nordica, ha le idee chiare per affrontare tutta una serie di impegni ad altissimo tasso di difficoltà, ma che al tempo stesso rappresentano straordinarie opportunità per tutto il movimento italiano.

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Coach Jukka Jalonen, durante questo mese di agosto insieme al suo staff avete scelto di non effettuare alcun raduno insieme ai giocatori, con i quali inizierete a lavorare direttamente a novembre. Come siete arrivati a questa decisione?

“Da diversi fattori, che di fatto non ci davano la possibilità di fare altrimenti. Nessuna altra Nazionale maschile senior importante sta svolgendo dei training camp in questo periodo, dunque non avremo potuto organizzare amichevoli. Inoltre i giocatori sono impegnati con i loro club di appartenenza, con i quali hanno dei contratti firmati, e farli rilasciare sarebbe stato molto complicato. Vista la durezza della stagione che ci attende preferiamo puntare su quando avremo il gruppo al completo, sarebbe stato inutile programmare una cosa impossibile da fare ora”.

Tra Olimpiadi e Mondiali è di fronte a un’annata molto importante. Quali sono le sue sensazioni in questo inizio di 2025/26? Su cosa puntare per crescere?

“Prima di tutto c’è la positività lasciata dalla promozione in Top Division dopo l’ultimo Mondiale, siamo riusciti a centrare un obiettivo che mancava da tre anni. Ora chiaramente le cose saranno più difficili visto il livello dei due tornei cui parteciperemo nel 2026, insieme allo staff abbiamo già avuto tutta una serie di colloqui con i giocatori d’interesse Nazionale. Penso che saranno soprattutto due gli aspetti sul quale concentrarci nel lavoro: il pattinaggio e la condizione fisica. Ci troveremo di fronte avversarie che pattinano tantissimo, contenerle con la presenza sarà uno degli aspetti più importanti. Inoltre servirà essere nella miglior forma fisica possibile per cercare di pareggiare un tasso tecnico sfavorevole per noi, lavoreremo molto sulla parte del gioco legata agli uno contro uno”.

Intervista con Jukka Jalonen, head coach Nazionale italiana – Credito foto Vanna Antonello

Come riesce a seguire i giocatori della Nazionale che si dividono tra tante squadre e diversi paesi Europei?

“Grazie all’utilizzo di app avanzate diventa semplice visionare la partita di un singolo elemento, cercheremo di raccogliere più dati possibili. Come fatto l’anno scorso comunque viaggerò per incontrarli dal vivo e avere anche la possibilità di parlare con loro: ad esempio sicuramente andrò in Svizzera per vedere le partite di Lugano (Morini e Zanetti gli azzurri tra i bianconeri ndr) e Ambri Piotta (De Luca e Kostner quelli tra i biancoblù ndr) ma anche a Schwenningen dove giocano Larkin e Trivellato. Il fatto che molti degli azzurri siano in Ice Hockey League tra Bolzano e Val Pusteria comunque aiuta e mi permette di seguirli facilmente anche live”.

Lei considera la prossima stagione alla guida della Nazionale italiana la sfida più difficile della sua carriera?

“La considero una sfida diversa rispetto a tutte quelle affrontate in passato. Quando allenavo la Finlandia (tra il 2007 e il 2024 ndr) ci presentavamo a ogni torneo con l’idea di vincere la medaglia d’oro, ora chiaramente si presenta una situazione diversa. Puntiamo alla salvezza al Mondiale di Top Division e al fare la miglior figura possibile alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Vero, ci saranno tanti giocatori NHL ma nello sport può sempre succedere di tutto”.

Può essere considerato un vantaggio in chiave Olimpiadi il fatto di avere un gruppo che ha un vissuto comune ed è maturato insieme negli ultimi anni?

“Sì, perché le squadre che baseranno il loro roster sui giocatori NHL avranno la possibilità di fare solo due allenamenti prima dell’inizio dei Giochi. Noi disputeremo almeno due tornei tra novembre e dicembre, faremo diverse partite con dei training camp quindi questo potrebbe darci dei piccoli vantaggi”.

Quanto e cosa c’è già nella sua mente del roster della Nazionale che sarà scelto per i Giochi Olimpici?

“Solo delle idee date dal percorso fatto dai giocatori sin qui, poi tutto dipenderà dal loro rendimento in autunno e inverno. Nessuno ha il posto assicurato e ognuno dovrà spingere dall’inizio perché la competizione sarà forte. Per come la vedo io la pazienza è una delle cose per fare le cose bene: ragioniamo una partita alla volta e dopo ogni singolo allenamento insieme”.

Intervista con Jukka Jalonen, head coach Nazionale italiana – Credito foto Vanna Antonello

Il prossimo settembre festeggerà il primo anno alla guida della Nazionale italiana maschile. Che bilancio di sente di fare dopo questo primo periodo di tempo?

“Per l’allenatore di una Nazionale non è mai un discorso facile perché io ho a disposizione il gruppo per un periodo di tempo ridotto. Credo che il punto chiave per l’hockey italiano sia il lavoro che viene fatto a casa, nei club: dalle leghe in cui giocano i ragazzi al livello degli allenamenti e delle partite, alzarli il più possibile è la vera sfida per l’hockey italiano. Relativamente ai settori giovanili ci sono state delle azioni importanti, come quella che FISG sta facendo con il progetto IHDP che diventa prezioso per far lavorare bene i giovani in Italia senza che questi partano per l’estero pur tenendo un alto livello”.

Tre anni e mezzo fa vinceva l’oro olimpico con la Finlandia. Quale pensa sia stata la chiave di quel successo?

“La compattezza, e arrivare a qualcosa di simile è un lavoro che voglio fare anche qui con la Nazionale italiana. A Pechino 2022 abbiamo giocato molto bene a livello di squadra, tutti i cinque giocatori in pista sapevano cosa fare e si muovevano davvero insieme. Eravamo in grande condizione fisica e mentale, come dimostrato anche dalle situazioni speciali, ed è un aspetto che abbiamo costruito nei tornei di avvicinamento nel 2021 quando avevamo battuto squadre importanti”.