Stéphanie Poirier: “Questa Italia ha tanta passione”

Da un anno ha preso in mano la Nazionale italiana femminile, ha già affrontato un Mondiale Divisione I Gruppo B e si prepara al prossimo, anche se ormai si fanno sempre più vicine le Olimpiadi di Milano Cortina 2026. Lei è Stéphanie Poirier, head coach delle Azzurre, a capo di un largo team che vede una donna di grande esperienza come Danièle Sauvageau nel ruolo di GM. Poirier, 40 anni e un lungo curriculum maturato nel pancone della squadra femminile della University of Montreal, si è raccontata a Italia.Hockey: dai primi passi con la Nazionale italiana, fino al processo che porterà alle Olimpiadi.

Coach, è la sua seconda stagione alla guida dell’Italia. Come giudica il lavoro svolto finora?
“Le ragazze adesso sanno meglio cosa serve per giocare ad alto livello. È un processo lungo, fatto di abitudini e nuovi elementi da aggiungere ogni giorno. C’è ancora tanto da fare, ma ci concentriamo molto sull’off-ice, sulle capacità individuali e sul pattinaggio. Serve costanza, bisogna costruire una chimica di squadra, che tenga conto anche del grande gap generazionale presente tra le giocatrici più giovani e quelle d’esperienza. Per capire come possiamo essere le migliori compagne di squadre, il miglior gruppo possibile, bisogna prima di tutto essere i migliori individui per noi stessi”.

L’anno scorso la prima esperienza al Mondiale di Riga, tutto sommato positiva, nonostante la promozione sia stata mancata di un soffio per via delle due sconfitte iniziali. Come ha visto il livello della competizione e della squadra?
“Per via di due infortuni ci mancavano le nostre due giocatrici più importanti, ma abbiamo perso le prime due partite pur essendo la miglior squadra sul ghiaccio. Probabilmente se le rigiocassimo dieci volte, ne vinceremmo nove. Ma questo è l’hockey. In quel momento però è venuto fuori il vero spirito del gruppo, la capacità di reagire, di restare insieme. Da favorite siamo diventate underdog e questo ruolo in realtà ci ha fatto bene. Siamo state capaci di vincere anche contro la Slovacchia, la squadra più forte del torneo. Stiamo però lavorando su come gestire la pressione, soprattutto in vista delle Olimpiadi, dove sarà decisamente superiore a quella dei Mondiali”.

Intanto il prossimo passo è il Mondiale Divisione I Gruppo B in scena a Dumfries, in Gran Bretagna, dal 9 al 15 aprile. Qual è l’obiettivo?
“Vogliamo la promozione. Lo desiderano ardentemente anche le ragazze, sappiamo che saremo tra le favorite e, ed ecco che torno a quanto detto prima, sarà importante gestire la pressione, performare ed essere costanti. Ci credo e tutte noi ci crediamo”.

Chi tipo di lavoro avete svolto negli ultimi mesi? Poche settimane fa eravate a Montreal, in Canada, per un camp intensivo di preparazione volto anche all’esperienza olimpica.
“Stiamo costruendo un piano dettagliato anche per i prossimi mesi, forse ci saranno altri allenatori a darci una mano su alcuni aspetti. Dobbiamo fare in modo che le ragazze abbiano tutte le risorse possibile, sul piano tattico, tecnico, fisico e mentale. L’off-ice sarà la chiave: le squadre più forti al mondo sono certamente talentuose, ma sono soprattutto le più in forma fisicamente. Più stanco sei, più sarà difficile fare la giusta giocata e prendere la giusta decisione. Da maggio in poi e in vista delle Olimpiadi il lavoro si farà ancora più intenso, passeremo più tempo in palestra che sul ghiaccio: dobbiamo farci trovare in pronte, un’Olimpiade in casa non capita tutti i giorni”.

L’hockey femminile è in un certo senso dominato dagli Stati Uniti e dal Canada. Dove vede l’Italia in questo senso?
“Credo che la realtà giusta per noi siamo il Gruppo A, dove puntiamo a essere promosse. Vogliamo dare una struttura e preparare le ragazze a difendere la maglia azzurra in futuro. Stanno tutte dimostrando una grandissima passione e so che possono eccellere. L’anno scorso sono entrata in contatto con Danièle, che aveva bisogno di alcuni consigli per iniziare il progetto Italia: alla fine sono ancora qui e per me è un grande privilegio poter lavorare non solo con atlete di alto livello, ma con uno staff unito e appassionato come il nostro”.