Storie Azzurre: Damian Clara. “Volevo smettere con l’hockey, ora penso alle Olimpiadi. Il mio percorso un passo alla volta: con l’Italia voglio il massimo”
Il volto nuovo dell’hockey italiano? Sì, ma non solo. Damian Clara ha tutto per essere il futuro e il presente della Nazionale azzurra, considerando che a soli 20 anni ha già preso parte a quattro Mondiali senior e in tasca ha la certezza di partecipare alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Partito da Riscone di Brunico è arrivato a farsi draftare con la 60a scelta dagli Anaheim Ducks dell’NHL e a macinare tanta esperienza nel campionato europeo più competitivo, quello svedese. Dietro tutti questi grandi risultati c’è un ragazzo educato e sempre disponibile a soddisfare le tante richieste di autografi e foto di cui viene subissato dopo ogni partita. Un ragazzo che, come racconta, voleva smettere di giocare a hockey per dedicarsi ad altro e invece ha trovato tra i pali della porta un presente e un futuro tutto da scrivere. E sempre tinto d’azzurro.
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PENSARE CHE VOLEVO SMETTERE – Quella tra l’hockey su ghiaccio e Damian Clara è una storia naturale, senza forzature o obblighi di famiglia. Niente parenti hockeisti in passato ma solo un padre calciatore a livello amatoriale, seppur appassionato del Val Pusteria che il piccolo Damian tifava sugli spalti del vecchio “Lungo Rienza”, pensando però piuttosto di imitare le gesta di papà o diventare uno sciatore. “Con i gialloneri ho iniziato tardi, a sei anni. Ero un giocatore di movimento ma non era ancora scattato quel click, tanto che nel gennaio del 2013 ero deciso a smettere – racconta Damian Clara – Entrambi i miei genitori hanno voluto che continuassi, giusto per finire la stagione e rispettare l’impegno preso, con la promessa che avrei poi potuto cambiare sport. Il caso ha voluto che proprio verso fine campionato mancasse un portiere e senza pretese mi sono affacciato al ruolo: lì ho iniziato a divertirmi per davvero”. Nato a Brunico e cresciuto nella vicina Riscone, il goalie azzurro inizia a sviluppare le sue doti tra i pali e capisce come la sua strada possa essere quella. Il primo importante passaggio della carriera e della vita arriva con il trasferimento a 14 anni nell’Accademia del Red Bull Salisburgo, ma anche quello fu una scommessa. “Tanti giocatori italiani provano a fare esperienze all’estero e mi sono deciso anche io, con il supporto della famiglia. Per andare a Salisburgo ho mandato io la candidatura alla Red Bull Academy, loro non mi hanno cercato. All’inizio non ricevetti neanche una risposta, poi mi hanno chiesto di fare un tryout e sono piaciuto: prima di accettare ho parlato con Fabian e Tommy (Gschliesser e Purdeller, oggi attaccanti di Vipiteno e Val Pusteria ndr) che erano lì e mi sono convinto ad accettare questa scommessa”. Una scommessa vinta, perché nelle tre stagioni disputate in Austria Damian matura esperienze importanti giocando, ampiamente sotto età (tra i 15 e i 17 anni), nelle formazioni Under 18 e Under 20 dei “tori” biancorossi. A notarlo sono sia la Nazionale italiana, che nel 2021 lo porta come terzo portiere ai Mondiali Top Division di Riga, sia la dirigenza del Färjestad BK, una delle squadre svedesi più vincenti (10 titoli, dietro solo Djurgårdens IF a 16 e Brynäs a 13) della storia.
GRANDE ALL’IMPROVVISO – Nell’estate 2022 ecco lo sbarco in Svezia e il confronto con una dimensione completamente nuova. “A Salisburgo vivevamo in una foresteria, dove tutto era organizzato dal mattino alla sera, dalla cucina fino alla sistemazione. A Karlstad mi sono trovato a 17 anni a dover pensare da solo a ogni passaggio e non è stato facile. In squadra ero l’unico non scandinavo (Clara giocò la prima stagione con l’Under 20 con solo compagni svedesi o norvegesi ndr) e anche la comunicazione non era così semplice, oltre al dovermi abituare in fretta a vivere di fatto come un professionista”. In questo mondo così diverso rispetto a quello frequentato fino a pochi mesi prima, il portiere altoatesino trova però il “suo” mondo: “L’impatto duro è passato in fretta perché tutto è stato sopraffatto dalla cultura dell’hockey che ho trovato: davvero un’altra cosa. Ogni partita è seguitissima, c’è una passione per tutto ciò che riguarda questo sport e ogni città si identifica con il proprio club. Se poi se giochi in una squadra blasonata le persone si aspettano tanto, dentro e fuori dalla pista ghiacciata”. 37 partite con la squadra Under 20 del Färjestad, Nazionali giovanili Under 18 e Under 20, ma anche Nazionale senior con il debutto prima in amichevole e poi al Mondiale di Nottingham il 30 aprile 2023 con la Corea del Sud in un match vinto 6-1. Una stagione clamorosamente densa per Damian Clara, condita da tante telefonate arrivate dall’altra parte dell’Oceano Atlantico.
LA SCELTA AL DRAFT? E CHI L’HA VISTA – Quando Damian Clara inizia la stagione 2022/23 in Svezia entra nel suo “draft year”, ma in quel contesto non è l’unico. Il campionato giovanile del paese scandinavo è una fucina di talenti, spesso chiamati dalle squadre dell’NHL che mettono gli occhi sui migliori Under 20. Il goalie azzurro viene inserito già dopo poche partite nella cosiddetta “Central Scouting List”, un elenco dei possibili draftati da cui però solo pochi effettivamente vengono selezionati. “Fino a novembre avevo parlato solo con un paio di squadre, poi sono riuscito ad alzare il mio livello e allora piano piano in tanti mi hanno chiamato. Alla fine della stagione sportiva e prima del draft avevo fatto qualcosa come 29 interviste. La possibilità di venire scelto la sentivo davvero, ma senza particolari sicurezze visto quanti giocatori vengono contattati. In alcuni casi c’è un lungo colloquio telefonico con uno scout, a volte mandano dei complicati form da compilare per sapere tutto, in altre occasioni c’è anche chi si muove personalmente per seguire allenamenti e partite”. Tanto impegno e molte ore passate attaccati a telefono e computer, con una sensazione: “L’intervista con gli Anaheim Ducks mi è sembrata quella andata meglio. Ho avuto la sensazione di un colloquio molto informale e ho sentito che davvero loro puntassero al benessere dell’atleta oltre che a quello dell’organizzazione”. I “conti” si fanno la notte del 28 giugno 2023, quando a Nashville nella casa dei Predators arriva l’agognato momento del draft: “Parlando con degli amici ho detto loro di venire a casa mia verso le prime ore del mattino, quando ci sono i giri più alti in cui mi aspettavo eventualmente di essere chiamato. Non ero stato invitato negli Stati Uniti e sono rimasto a casa, perdendomi anche il momento dell’annuncio perché mai mi sarei aspettato di venire selezionato come 60° al secondo giro dagli Anaheim Ducks: è accaduto molto prima di quanto immaginassi e rispetto all’arrivo dei conoscenti”. Sia Damian che gli amici quindi possono festeggiare solo a cose fatte, ma questo non cambia la certezza che il pusterese sia, dopo Thomas Larkin, il secondo giocatore di scuola italiana a venire chiamato da una formazione NHL. Ancora giovanissimo, ha il suo sogno di poter giocare nel campionato più famoso del mondo bello saldo anche dopo aver fatto una serie di rookie camp nelle scorse estati. La sua carriera poi diventa davvero deluxe nella stagione 2023/24 quando con in prestito al Brynäs conquista la promozione nel massimo campionato svedese a suon di partite con percentuali ben oltre il 90% di parate, quindi lo scorso anno il ritorno al Färjestad ma da luglio 2025 il Brynäs sceglie di puntare su di lui: ingaggio e tanti minuti in pista, sempre sotto l’occhio vigile degli Anaheim Ducks dagli Stati Uniti d’America.
IL CAPITOLO AZZURRO – Dopo la prima esperienza da aggregato a 16 anni, Damian Clara diventa presto uno dei portieri titolari della Nazionale italiana. Già selezionato tra i sei pre-convocati in vista delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026, racconta così il suo inizio in azzurro: “Non mi aspettavo di venire selezionato così giovane la prima volta: all’inizio vivevo le esperienze in azzurro come un’opportunità importante per crescere a livello personale, visto il contesto di alto livello in cui siamo immersi. Per un portiere è diverso rispetto a un giocatore di movimento, perché stando insieme relativamente poco tempo con i compagni serve capire bene i movimenti e il gioco di tutti. La maturazione e la crescita solo più lenti. Io non posso controllare il ritmo della partita: devo essere il più bravo e veloce possibile a reagire. Vivo tutto come una sfida, quindi voglio adattarmi ogni volta a un gioco diverso rispetto a quello che respiro tutti i giorni in Svezia. Il comune denominatore di ogni mia esperienza con la maglia azzurra è lo stesso: dare il massimo”. Inevitabile per il portiere della Nazionale parlare anche di Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026, evento per il quale è già stato inserito nell’elenco dei sei pre-convocati: “Mentirei se dicessi che non ci penso tutti i giorni. L’idea di avere questa opportunità è semplicemente bellissima, un sogno che mi permetterà di vivere l’esperienza più importante per ogni atleta. Sfideremo tanti campioni dell’NHL di fronte a tanto pubblico italiano, sarà qualcosa di unico”.
HO TROVATO IL MIO POSTO – Iscritto ad un’Università austriaca per studiare economia a distanza, Clara racconta come nella sua vita quotidiana a Gävle ci sia tanta normalità nei giorni senza allenamenti e partite, tra lettura e cucina con magari un buon film. Gli impegni sono tanti, anche tantissimi considerando il numero elevato di partite della Swedish Hockey League e della Champions League cui partecipa con il Brynäs. Ogni tanto torna a Riscone dalla famiglia altrimenti spesso è coinvolto con la Nazionale, altro impegno importante nella sua carriera. Ma a neanche 21 anni Damian Clara cosa pensa che l’hockey su ghiaccio sia per lui? “Prima di tutto una passione. Poi è anche un lavoro, e al contempo la chiave per conoscere nuove persone e visitare posti diversi. Sono uno a cui piace imparare e scoprire sempre cose diverse quindi credo di aver trovato la giusta direzione per la mia vita”.
LAST CALL – Con una carriera ancora lunga davanti e un futuro tutto da scrivere, Damian Clara ha tanto da insegnare soprattutto ai ragazzi più giovani che vogliono affacciarsi all’hockey su ghiaccio o lo hanno appena fatto. Non è da tutti parlare quattro lingue (italiano, tedesco, inglese e svedese) a 20 anni, girare il mondo con la Nazionale ed essere tra i migliori portieri in uno dei campionati più competitivi al mondo come quello scandinavo con il suo Brynäs. Cosa si sente di dire a un bambino che magari sogna di emularlo? “Di volere davvero raggiungere un obiettivo, anzi di volerlo più di tutto e tutti. Non ci sono scorciatoie, ma solo tanto lavoro per alzare ogni volta che è possibile il proprio livello. Per me è stato difficile arrivare dove sono adesso, non posso negarlo. Ci vuole anche fortuna, ma con realismo e capacità di analisi è fondamentale capire come migliorarsi di giorno in giorno. Se penso alla mia storia non posso che ringraziare i genitori, capaci di dare sostegno psicologico e anche pratico viste tutte le volte in cui da ragazzo mi hanno portato avanti indietro agli allenamenti e alle partite”. È anche grazie a loro che Damian Clara può diventare il primo giocatore di formazione italiana a debuttare in NHL.
NELLE IMMAGINI QUI SOTTO: DAMIAN CLARA AI TEMPI DEL VAL PUSTERIA, QUINDI AL FÄRJESTAD E AL BRYNÄS IN SVEZIA. INFINE IL GOALIE AZZURRO IN NAZIONALE NELLA VITTORIA SULLA SLOVENIA PER 3-2 L’8 NOVEMBRE 2025
















