La Nazionale italiana “dietro le quinte”: il lavoro degli attrezzisti tra lame, bastoni e divise

Ogni volta che una Nazionale italiana scende in pista lo fa perché c’è uno staff importante e prezioso alle spalle: dalla fase di organizzazione al lavoro medico, dal supporto logistico a quello pratico, tutti i gruppi di azzurri e azzurre sono accompagnati da personale specializzato che permette loro di pensare solo alle partite sul ghiaccio. La trasferta in Polonia è l’occasione propizia per raccontare il lavoro dei due attrezzisti Luciano Fraschia e Ramon Beltrami, che da rispettivamente tre e due anni si mettono a disposizione con dei giocatori svolgendo un lavoro tanto impegnativo quanto apprezzato.

IL CALENDARIO DELLA NAZIONALE ITALIANA A BUDAPEST (12-14 DICEMBRE)

LA LUNGA PREPARAZIONE – La “marcia” verso il luogo delle partite inizia già diverse settimane prima della partenza con tutta la fase di coordinamento. Dai bastoni, indicando ai giocatori il numero di attrezzi del mestiere, al materiale tecnico come pantaloni, copri pantaloni, le taglie delle divise per i ragazzi al debutto (nel caso della trasferta in Polonia erano Rigoni, Bradley, Digiacinto e Ramoser). Una volta raccolte tutte le informazioni e programmato il viaggio si passa alla parte pratica, come spiegato da Ramon Beltrami: “Lunedì 3 novembre insieme a Luciano Fraschia abbiamo iniziato dal magazzino della FISG di Bressanone che usiamo come appoggio e in cui teniamo tutto il materiale: divise, maglie d’allenamento, guanti, caschi insomma il corredo completo. Caricato quello, oltre al materiale dello staff medico, ci siamo spostati a Bolzano per i borsoni dei ragazzi: l’idea chiaramente è quella di mettere tutto insieme sul furgone e lasciare la minor quantità possibile di bagagli ai ragazzi”. Una volta completato il caricamento del materiale c’è la trasferta vera e propria, che per Beltrami e Fraschia nel caso di Sosnowiec ha previsto un lungo viaggio stradale per arrivare in Polonia da Bolzano giusto poche ore prima rispetto al resto della squadra, volato in aereo da Verona a Cracovia (circa un’ora dalla località delle partite).

DAL PRIMO ALL’ULTIMO GIORNO, SEMPRE OPERATIVI – Una volta raggiunto lo stadio del ghiaccio si passa alla seconda e importante fase, quella della disposizione del materiale tecnico e sportivo. A raccontarla è Luciano Fraschia: “Normalmente entriamo nell’impianto diverse ore prima rispetto ai giocatori. C’è da scaricare tutto il furgone e come prima cosa preparare gli spogliatoi spostandovi tutti i borsoni, l’equipaggiamento dei ragazzi, degli allenatori e dello staff medico. Bisogna pensare a tutto, dalla disposizione dei giocatori alle sedie nella sala dei tecnici e solo con l’esperienza si riesce a immaginare ogni possibile problematica da evitare. Fatto quello l’ultimo passaggio è l’allestimento dei nostri spazi, con l’affilatrice e la disposizione di caschi e pattini”. L’obiettivo degli attrezzisti è far sì che squadra e staff trovino già tutto pronto al loro arrivo per il primo allenamento, anche perché una volta sbarcati i giocatori (nel caso della Polonia erano 29) il tempo libero a disposizione è pochissimo: “Com’è normale che sia, ognuno di loro aveva delle richieste particolari, cui noi cerchiamo di rispondere nel minor tempo possibile: un casco da stringere, un guanto da cambiare, una visiera da pulire… Ci sono poi ragazzi che necessitano di protezioni speciali, quindi hanno materiale specifico: tante situazioni diverse da risolvere nel minor tempo possibile perché i tempi sono stretti e all’ora prestabilita bisogna essere tutti sul ghiaccio”. Le prime giornate di allenamento della Nazionale sono quindi molto intense per far sì che ognuno abbia tutto pronto in vista delle partite, dove, come spiega Beltrami: “Se abbiamo fatto tutto bene in precedenza è tutto sotto controllo. La fase più impegnativa nei giorni dei match è quella dei fili dei pattini, specialità di Luciano (Fraschia ndr) e dell’allestimento della panchina perché chiaramente non possiamo dimenticare nulla: dai bastoni al secondo paio di lame, noi durante i 60’ dobbiamo avere a disposizione il materiale per intervenire in caso di problemi”.

LA CHIUSURA E IL LAVORO DI GRUPPO – Quanto raccontato si ripete in maniera uguale per ogni match che gioca la Nazionale, sempre assistita dallo staff in tutti i passaggi e momenti delle sue gare. Una volta suonata l’ultima sirena però, per i due attrezzisti inizia una nuova importante fase di lavoro: “Dobbiamo disallestire tutto quanto preparato pochi giorni prima, e farlo nel giro di poco tempo – spiega Fraschia – . È un momento concitato dove serve sapere prima l’ordine nel quale fare le cose: ci sono scatoloni da chiudere, borse da preparare, materiale tecnico da mettere via, sono tanti i passaggi da fare e ovviamente serve avere la mente lucida per non dimenticare nulla. Tutto viene suddiviso e poi spostato sul nostro furgone, compresi anche i bagagli personali di qualche giocatore, quindi insieme a Ramon ripartiamo verso l’Italia dove come primo passaggio ci fermiamo nel magazzino di Bressanone per scaricare e lasciare il materiale ben archiviato al suo posto, quindi solo dopo ci ricongiungiamo con il resto della squadra per riconsegnare le loro cose”. Una squadra che, va sottolineato, è disponibile al sacrificio anche fuori dalla pista: dopo la vittoria con la Slovenia lo scorso 8 novembre, tutti i giocatori della Nazionale hanno aiutato gli attrezzisti per caricare il furgone, spostare scatoloni e accertarsi che nulla venisse lasciato indietro con una lunga ed efficace catena di montaggio. Questo significa essere squadra, come sanno fare gli azzurri.

IL RIASSUNTO, GLI HIGHLIGHTS E IL COMMENTO DI QUANTO SUCCESSO IN POLONIA A NOVEMBRE

Photo credit: Antonello Vanna