Intervista a Thomas Rottensteiner, vicepresidente FISG: “Puntiamo sullo sviluppo dei giovani con IHDP. I club hanno strumenti per crescere. Importante valorizzare le Olimpiadi”
Nel pieno di una stagione importantissima come quella in corso, segnata inevitabilmente dalle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026, la FISG vuole continuare a lavorare per far crescere a tutti i livelli l’hockey su ghiaccio. Le Nazionali maschili e femminili saranno protagoniste della prossima rassegna a cinque cerchi, ma dietro di loro si muove tutto un movimento di club importante e seguito dai tifosi, che riempiono gli spalti delle piste di Bolzano e Brunico per l’ICE Hockey League senza però dimenticare gli altri due principali campionati, Alps Hockey League e IHL, e tutto il mondo giovanile. Per parlare di processi e idee in corso ecco le opinioni del vice-presidente FISG Thomas Rottensteiner, ex bobbista olimpionico (Calgary 1988 e Albertville 1992, sempre nel bob a 4) che tra il 2004 e il 2021 è stato il presidente più vincente della storia del Renon.
Thomas Rottensteiner, la FISG mette a disposizione delle società strumenti preziosi per aiutarle a crescere a tutti i livelli. Sistemi come Team Account, per l’analisi video, e Hockey Center, per statistiche e scout, arrivano dall’estero e possono essere un primo passo avanti.
“Abbiamo pensato a come aiutare la crescita del movimento dalla base, senza guardare solo al vertice. La scelta di mettere a disposizione queste applicazioni è stata pensata ed è importante a livello economico, adesso ci aspettiamo che un sempre maggior numero di società le utilizzi. Vogliamo spingere molto sulla loro diffusione e da questo punto di vista un lavoro prezioso è fatto da Stefan Mair e Giorgio De Bettin, che visitando le società nel contesto del programma IHDP spiegano e sono a disposizione di tutti. Ritengo sia palese come serva aprirsi a nuovi sistemi, e questi lo sono, per crescere dopo anni nei quali abbiamo guardato troppo in casa nostra”.
Proprio il progetto Italian Hockey Developement Program è uno di quelli cui la FISG tiene maggiormente. Da questa stagione presenta novità importanti, soddisfatto di come sta andando avanti?
“Decisamente, perché crediamo che il confronto costante sia la strada giusta. Ringraziamo John Parco per il lavoro fatto, ora De Bettin e Mair essendo in due possono logicamente rapportarsi con più club e riteniamo siano le persone giuste per far sviluppare l’hockey di base e giovanile: anche per questo una figura come quella del responsabile IHDP Torgny Bendelin è molto importante. Siamo obbligati a creare generazioni di hockeysti e hockeyste migliori per confrontarci con gli altri in futuro. Anche se non è strettamente legata alla FISG, in quanto iniziativa privata, importante anche la presenza a Brunico dell’Alps Ice Academy, una struttura che concentra i migliori hockeysti sviluppandoli dal punto di vista umano e sportivo. Non mi dispiacerebbe che una soluzione del genere si potesse sviluppare anche in altre regioni, come Veneto, Lombardia o Piemonte”.
STEFAN MAIR SPIEGA NEL DETTAGLIO COME FUNZIONA IL PROGETTO IHDP
Da un mese circa sono iniziati i principali campionati nei quali militano le società italiane, dall’ICE Hockey League alla IHL passando per l’Alps Hockey League. Una struttura ormai presente da diverse stagioni che ha visto buoni inizi delle formazioni nostrane a livello di classifica.
“Quella attuale penso sia la migliore struttura possibile per il nostro hockey, e mi spiego: sono tornei estremamente diversi tra loro, prima di tutto dal punto di vista economico, con regole certe e sicure per tutti. Le varie società possono così scegliere dove andare a giocare in base alle disponibilità e al potenziale delle loro piazze, poi come sempre tutti cercano di vincere e quindi investono e si spendono al massimo. Il fatto che nelle ultime stagioni questi campionati abbiano mantenuto più o meno le stesse squadre al via è un segnale di equilibrio, a differenza di quanto capitava negli anni ‘90 o 2000 con tornei dalle formule e dalle società al via spesso rivoluzionate. Adesso è tutto più chiaro da subito”.
Tra quattro mesi l’Italia vivrà la sua Olimpiade Invernale di Milano-Cortina. Quanto sarà delicata la gestione una volta finiti i Giochi per non commettere gli stessi errori fatti dopo Torino 2006?
“Parliamo di un momento molto delicato e non semplice da affrontare, prima di tutto per una questione di eredità visto che probabilmente a Milano non resterà nulla di dedicato per l’hockey su ghiaccio, mentre sono convinto che a Cortina sapranno valorizzare il “nuovo” Stadio Olimpico. Sarà importante allora lavorare sull’interesse che le Olimpiadi genereranno intorno al nostro sport, ed essere pronti ad offrire ai nuovi appassionati piattaforme dove poter seguire i campionati. Da questo punto di vista, rispetto a 19 anni fa, siamo molto più avanti vista la presenza delle tv e dei servizi di streaming come FISG TV. L’altra cosa importante, e si torna al punto di partenza, è quella di poter offrire a chi vuole giocare a hockey dei formatori di qualità, sotto il profilo tanto degli allenatori quanto dei club ed è quello che stiamo cercando di fare”.