“Qui per costruire qualcosa per il futuro” – L’intervista a coach Jukka Jalonen
Lunedì mattina Jukka Jalonen è stato nominato head coach della Nazionale italiana di hockey su ghiaccio. Un allenatore di prestigio e di grande esperienza, che con la Finlandia ha vinto tutto e che ha accettato una nuova sfida: quella di guidare gli Azzurri verso le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026.
Coach, per Lei è una nuova sfida. Quali sono le motivazioni che l’hanno spinta ad accettarla?
È un compito stimolante. Le Olimpiadi si avvicinano e credo sia interessante farne parte con la Nazione che le ospiterà: è una sfida, ma anche un’opportunità che l’Italia può sfruttare per fare un salto in avanti. Ho già avuto modo di allenare qui nel 1999, ad Alleghe: si trattava ovviamente di un ambiente più piccolo, ma ho conservato dei bellissimi ricordi, amo la cultura, il cibo e i paesaggi italiani. Ma sono qui per dare il mio meglio per l’hockey italiano.
Dalla Nazionale finlandese a quella italiana. Come pensa cambierà il Suo lavoro?
Il mio compito di allenatore non cambierà, gli obiettivi sono relativi. Come in ogni Nazionale avremo pochi tornei a disposizione per prepararci al meglio ai Mondiali: i giocatori arriveranno da diversi club e diversi sistemi di gioco, il compito del coaching staff è quello di rendere velocemente il gruppo compatto, creare una buona atmosfera, un ambiente rilassato dove ognuno può competere al meglio. La maggiore differenza sarà relativa al fatto che in Finlandia conoscevo alla perfezione tutti i giocatori, qui dovrò imparare a conoscere ognuno di loro: soprattutto all’inizio sarà un duro lavoro, perché vorrò prendermi del tempo con loro anche prima e dopo gli allenamenti. Resta però chiaro ciò che voglio: giocatori competitivi, che vogliono vincere”.
Quello verso le Olimpiadi deve essere un viaggio che crei le basi anche per il “dopo”. È d’accordo?
Certamente. L’obiettivo è proprio quello di costruire qualcosa che vada poi oltre alla rassegna olimpica. Non soltanto a livello senior maschile, ma anche femminile e junior. Darò tutto quello che posso dare per l’hockey italiano. Certo, sappiamo che niente succede all’improvviso: dovremo essere bravi a lavorare con metodo, anche di concerto con i club, passo dopo passo.
Sarà quindi a disposizione anche delle selezioni nazionali giovanili?
Se si vogliono fare cambiamenti a lungo termine, bisogna concentrarsi anche sull’hockey giovanile. In questi giorni sarò a Egna (dove è in corso un raduno con le Nazionali U16, U17, U18 e U20 ndr) e lì parlerò con gli allenatori, dirò loro cosa penso. Poi a settembre e ottobre avrò modo di dialogare anche con le principali squadre di club. Questo perché serve un lavoro di squadra, il mio compito sarà spiegare come lavorerò durante le pause internazionali, ma allo stesso tempo serve cooperazione. Stiamo costruendo un ottimo coaching staff di supporto e ci sarà occasione per imparare l’uno dall’altro e per far passare un messaggio uniforme su tutti i livelli.
Intervista e foto di copertina a cura di: Luca Tommasini – Ufficio stampa FISG Nazionali Hockey su Ghiaccio